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Il Pescara di Galeone è stato un piccolo capolavoro nato per caso e con pochi soldi. Un mix d'incoscienza, spensieratezza e bel gioco che stupì l'Italia calcistica della seconda metà degli anni Ottanta, in piena "guerra di religione" tra gioco a uomo e novità rappresentata dalla zona. Ripescato in serie B dopo la retrocessione dell'85-86 grazie ai guai economici del Palermo, un gruppo di giocatori allestito in pochi giorni assemblando giovani provenienti dalla Primavera e alcuni "reduci" dalla sfortunata stagione precedente (rimasti più per caso che per scelta) e guidato da un allenatore anch'esso esordiente in serie cadetta, sembrava condannato a fare la parte della Cenerentola. Ma quel brutto anatroccolo si trasformò presto in cigno e fu protagonista di un'autentica favola calcistica, che dava spettacolo, riempiva ogni domenica lo stadio Adriatico e generava esodi di massa in trasferta. Quella squadra, grazie alle parate del giovane portiere Gatta, alle volate di Pagano e Bosco, alle geometrie di Gasperini e ai gol a raffica di Rebonato (che eguagliò Paolo Rossi e Chinaglia), travolse tutti, compreso il Parma di Arrigo Sacchi, e alla fine conquistò la serie A. Per l'occasione arrivarono alla corte del Delfino un certo Leo Junior, uno dei leader della nazionale brasiliana, e lo slavo geniale "Baka" Sliskovic, pallino di Galeone. Esordio col botto nella scala del calcio, Inter-Pescara 0-2, e festa salvezza alla fine di un'altra incredibile stagione. Attraverso i racconti dei protagonisti, inclusi quelli della seconda promozione di Galeone, come Massimiliano Allegri e Ricky Massara, "Poveri ma belli" ripercorre quegli anni speciali, raccontando lo spirito di un gruppo irripetibile, un calcio d'altri tempi e un allenatore che a Pescara è diventato un autentico mito. Prefazione di Gianni Mura.